Dal 1956 l’Italia ospita armi nucleari statunitensi, bombe nucleari B-61, in base all’accordo di condivisione nucleare della NATO. Lo stazionamento delle armi nucleari statunitensi sul suolo di un determinato paese non è un requisito per partecipare alla formulazione della strategia nucleare della NATO. La maggior parte dei membri della NATO non ospita armi nucleari, eppure è coinvolta nelle discussioni sul nucleare della NATO. L’Italia è tuttavia l’unico membro dell’Alleanza che conta sul proprio territorio due basi nucleari NATO: la base aerea italiana di Ghedi e la base aerea statunitense di Aviano. Il numero esatto di armi nucleari dispiegate in queste due basi è classificato ma è noto che l’Italia è attualmente il Paese della NATO con il maggior numero di armi nucleari statunitensi dispiegate sul suo territorio. Gli esperti concordano sul fatto che il loro numero sia compreso tra 40 e 70 (su 180 schierate in Europa, il 39%).
Paese | Luogo | Numero di Armi Nucleari |
Germany | Büchel | 15 |
Belgio | Kleine Brogel | 15 |
Paesi Bassi | Volkel | 15 |
Italia | Aviano | 20 |
Italia | Ghedi Torre | 15 |
Turchia | İncirlik | 20 |
Totale | 100 |
La base aerea di Aviano ospita il 31° Stormo degli Stati Uniti con due squadroni di cacciabombardieri F-16 con capacità nucleare e la base aerea di Ghedi ospita il 6° Stormo equipaggiato con velivoli Tornado PA-200. L’Aeronautica Militare Italiana sta attualmente acquistando il velivolo di quinta generazione F-35A con capacità nucleare. Negli ultimi anni la Base Aerea di Ghedi ha subito importanti potenziamenti e nel giugno 2022 l’Aeronautica Militare Italiana ha iniziato a sostituire i suoi Tornado con F-35A.
In tempo di pace le armi nucleari statunitensi dispiegate all’estero nell’ambito dell’accordo di condivisione nucleare della NATO sono mantenute sotto il controllo del personale dell’aeronautica americana; in particolare a Ghedi le B-61 sono sotto la custodia del 704th Munitions Support Squadron (MUNSS). I piloti dell’Aeronautica Militare italiana comunque si preparano e si addestrano per condurre missioni nucleari su base continuativa; in caso di guerra infatti le B-61 saranno trasferite all’Aeronautica Militare Italiana che assumerà il controllo delle operazioni nucleari nel quadro della catena di comando dell’Alleanza Atlantica.
L’onere finanziario per ospitare le armi nucleari è tutt’altro che trascurabile in quanto l’Italia paga per la base del 704° MUNSS, per tutti gli aggiornamenti di sicurezza necessari per proteggere le armi alla base, oltre che ovviamente per l’addestramento dei piloti ed i costi di mantenimento dei Tornado.